sabato 30 maggio 2020

RECENSIONE de “Il Divoratore” di Aligi Pezzatini e Simone Gambineri in collaborazione con autori


RECENSIONE de “Il Divoratore” di Aligi Pezzatini e Simone Gambineri in collaborazione con autori 

Il Divoratore 
L'Officina del Fantasy - Simone Gambineri & Aligi Pezzatini 

Copertina flessibile
320 pagine
Data di pubblicazione 
29 febbraio 2020

Sul mondo di Esperia la tecnologia sta lentamente declinando, apparentemente senza motivo. Anche per scoprirne le cause, una giovane archeologa sta conducendo degli scavi, ma viene ferita a morte da un colpo di pistola dopo aver rinvenuto uno strano manufatto. 
Per salvarsi si vede costretta a stipulare un patto con un essere, definito dalle leggende come maledetto, che concede un grande potere ma al prezzo della sua anima. Sarà l'unica via anche per svelare i più grandi arcani del suo mondo, sostenuta in questo da un nuovo, inaspettato amore. 

“Solo nel mondo del Divoratore capirete quale sia il vero senso di un'emozione.” 

Un fantasy con parecchi argomenti, più o meno riconducibili al mondo reale, colpi di scena e domande a cui rispondere. 
La protagonista principale è Altea, una giovane archeologa, specializzata in lingue antiche. 
Scritto a quattro mani, gli autori ci trasportano in un'avventura ricca di colpi di scena e di battaglie con creature Demoniache. 

“Tendi la mano verso di me e introduci nel profondo della mia oscurità” - disse l’Abissale con un tono stranamente melodioso. “Quando sentirai qualcosa prendere forma afferrala con fermezza e la Falce della Memoria sarà tua: con essa  otterrai per sempre la superiore forza necessaria per manovrarla con la dovuta potenza, e le arti della battaglia non avranno più segreti per te!”

Ci sarà una riflessione finale della protagonista che mi ha colpito molto: 

“Cosa sarebbero un uomo o una donna senza la complessa interazione di tutte le emozioni che albergano nel loro cuore e nella loro mente? Cosa succederebbe se alcune di queste emozioni venissero a mancare e le risposte emotive fossero governate solo da un numero limitato di emozioni? Io l’ho provato, a mano a mano che perdevo qualcosa in conseguenza di ogni dono che Enàbram mi concedeva, e certe volte mi sembrava come se ciò che mi accadeva stesse succedendo a qualcun altro, senza alcun mio coinvolgimento diretto. A ripensarci adesso, non era fatto una bella sensazione, come non lo è stata quando ero dominata solo dalla rabbia. Ma non so se essere dominata solo dall’amore e dalla speranza sarebbe stato meglio: ogni emozione, anche la più positiva, può essere dannosa da sola perché comporta il rischio di renderci incapaci di giudicare correttamente il mondo circostante e le altre persone. Se c’è una cosa ho imparato da questa esperienza, è che tutte le emozioni sono importanti e che solo quando esse sono in equilibrio tra loro ogni persona può dirsi vera e umana.
4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️

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