RECENSIONE de “Presenza oscura” di Wulf Dorn in collaborazione con casa editrice Corbaccio
Editore
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Corbaccio
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Data di pubblicazione
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29 ago 2019
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Lunghezza del libro
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431 pagine
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Quando Nikka, sedici anni, si risveglia dal coma in ospedale fatica a ricordare cosa sia successo. Era a una festa, questo lo ricorda, insieme alla sua amica Zoe.
Ma poi? Poi, improvvisamente un blackout. Nikka ha provato l'esperienza della morte: per ventuno terribili minuti il suo cuore ha cessato di battere, ma il suo cervello ha continuato a funzionare.
E Nikka ricorda un tunnel buio in cui si intravedeva una luce e ricorda che anche Zoe era con lei. E quindi rimane scioccata alla notizia che Zoe è scomparsa proprio durante la festa e che da allora manca da casa. Che sia stata uccisa?
Nikka è convinta di no e appena riesce incomincia a cercarla... Ma fin dove sarà disposta a spingersi per salvare la sua migliore amica?
Recensione
“Al di là dello sgomento, la morte ha in sé anche qualcosa di affascinante che ci attrae in maniera quasi istintiva. All’epoca cercai di immaginare cosa si provi a essere morti. Ma ancora oggi, a quasi cinquant’anni, continuo a non riuscirci.”
Un thriller, con risvolti horror, che racchiude due temi molto importanti: la morte, e soprattutto cosa c’è dopo; e l’amicizia, quella vera!
Un romanzo in prima persona che ci consente di immergersi completamente nella storia della protagonista, Nikka, una ragazza di 16 anni, che cerca disperatamente di capire cosa le sia successo in quei 21 minuti in cui è stata clinicamente morta, ma soprattutto è alla ricerca della sua migliore amica scomparsa nello stesso momento..
Lo stile di Dorn è magnetico, ci porta dentro i suoi incubi e le sue paure con una semplicità narrativa disarmante.
“E che cosa rimane di noi, una volta che non ci siamo più? In media ogni individuo sviluppa all’incirca sessantamila pensieri al giorno. In parte sono irrilevanti, ma molto di essi possono cambiarci la vita. Il futuro. Ciò che diventeremo. Impariamo, capiamo, riflettiamo, progettiamo, speriamo, desideriamo e amiamo e tutto ciò ci rende le persone che siamo. Finché arriva un momento imprecisato nel quale pensiamo per l’ultima volta. Quest’ultimo pensiero - il mio ultimo pensiero - lo ricordo bene. Avevo paura, una paura terribile.”
In questo romanzo c’è molto di più di una semplice storia: c’è un episodio della vita dell’autore stesso, che avendo provato un’esperienza di premorte, ha svolto innumerevoli ricerche e raccolto testimonianze sull’argomento... e questo romanzo è la sua trasposizione.
4,5/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️
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