domenica 25 agosto 2019

Recensione de "Niente di vero tranne gli occhi" di Giorgio Faletti


"Niente di vero tranne gli occhi" di Giorgio Faletti


Editore: Baldini Castoldi; Prima Edizione edizione (2004)
Lingua: Italiano
431 pagine

Recensione
Un libro ben scritto, l’attenzione del lettore è sempre tenuta viva. L’azione si mescola alla suspense o a momenti di riflessione dei personaggi, tutti piuttosto ben delineati. Un bel thriller insomma, che soprattutto ha un finale di quelli da non credere ai proprio occhi. Anche se Faletti ce lo dice… è proprio a loro che dobbiamo affidarci!
Ma parliamo di alcune curiosità sul nostro compianto autore che nella vita ha fatto ben altro oltre allo scrittore...

Biografia e curiosità
Giorgio Faletti nasce ad Asti il 25 novembre 1950. Poco più che ventenne, abbandona gli studi in Giurisprudenza e decide di tentare la strada dello spettacolo. Grazie al suo carattere istrionico, lavora prima nella pubblicità e poi riesce ad entrare nel mondo del cabaret. I primi riconoscimenti ed i primi applausi li riceve al Derby di Milano, il locale cult nel quale si sono esibiti nel corso degli anni numerosi comici italiani, da Teo Teocoli a Massimo Boldi, da Diego Abantatuono a Paolo Rossi, da Claudio Bisio a Paolo Villaggio, da Enzo Iacchetti a Giobbe Covatta. La svolta arriva grazie alla partecipazione alla commedia La tappezzeria scritta da Enzo Jannacci. Faletti viene, infatti, notato da alcuni autori televisivi. Nel 1982 debutta in Rai nella trasmissione Pronto Raffaella con Raffaella Carrà. Subito dopo è la volta del programma di Antenna 3 Il guazzabuglio che lo vede interagire con Teo Teocoli Il regista Beppe Recchia lo chiama poi a Drive In (1985), l’innovativo programma di Antonio Ricci. È un grande ed indimenticabile successo. I personaggi che porta in scena Giorgio Faletti hanno una presa straordinaria sul pubblico: si va dal Testimone di Bagnacavallo a Carlino, dal Cabarettista Mascherato a Suor Daliso, da Topoligno al famosissimo Vito Catozzo.
All’inizio del nuovo secolo, ha inizio la terza fase della carriera di un’artista veramente camaleontico. Faletti diventa uno scrittore acclamato.
Nel 2002 pubblica il thriller Io Uccido, un genere prettamente americano, e vende più di 1 milione e 300mila copie. Alla fine di quell’anno ha un ictus che non lascia pesanti conseguenze. Nel 2004 si conferma come uno degli autori contemporanei più brillanti presenti in Italia dando alle stampe Niente di vero, tranne gli occhi. Nel 2005 Giorgio Faletti viene insignito del Premio De
Sica per la Letteratura e riceve il riconoscimento dalle mani del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2006 arriva un nuovo straordinario successo a conferma dell’eclettismo dell’artista. Nel film Notte prima degli esami impersona magistralmente il crudele professore di Lettere Antonio
Martinelli, a fianco di Nicolas Vaporidis
 Lo stesso anno viene pubblicato il libro Fuori da un evidente destino che vede come protagonisti i nativi americani Navajos. La sua produzione letteraria va avanti di successo in successo con Pochi inutili nascondigli (2008), Io sono Dio (2009), Appunti di un venditore di donne (2010) e Tre atti e due tempi (2011). Giorgio Faletti muore il 4 luglio 2014 per un tumore ai polmoni e viene sepolto nella sua Asti.
A voi piace Faletti? Avete letto qualcosa di suo?

domenica 18 agosto 2019

RECENSIONE de “Al posto tuo. Due ragazze. Un'identità” di Michelle Painchaud


RECENSIONE de “Al posto tuo. Due ragazze. Un'identità” di Michelle Painchaud

Editore
Mondadori
Data di pubblicazione
20 set 2016
Lunghezza del libro
268 pagine 

Recensione
Erica e Violet vivono nello stesso corpo. Mentre Violet urla per uscire e riappropriarsi di se stessa, Erica se la ride e si gode la sua vita ritrovata.
Mentre Violet vorrebbe rompere ogni cosa, Erica piange e commuove i suoi spettatori.

“Fai in modo che credano alla tua finzione. Raddrizzo le spalle e butto indietro i capelli. Sicurezza. La mia falcata è lunga e i passi sono regolari. Lancio sorrisi a quelli che mi fissano troppo, e loro distolgono bruscamente lo sguardo. Sicurezza. Fai in modo che credano a tutto. Fai in modo che credano a te.”

Michelle Painchaud riesce a fare qualcosa di straordinario con questo romanzo, ovvero farci sentire sulla nostra pelle il costante conflitto interiore tra Violet e la sua personalità di facciata, Erica.
Più le persone accanto a lei nella sua nuova vita sono gentili e premurose, più lei vorrebbe strapparsi di dosso Erica e farle smettere di farla sentire così.... in colpa.
Violet, per la prima volta in vita sua (e parliamo di anni da truffatrice, avendo iniziato ad essere complice di Sal quando era solo una bimba), sente quello che sta facendo come qualcosa di profondamente sbagliato.
Per la prima volta, infatti, la ragazza ha delle amiche, un ragazzo che sì, potrebbe piacerle davvero, e una madre affettuosa e premurosa.
Poco importa che tutte queste attenzioni siano per Erica: Violet le assorbe come una spugna, per poi sentirsi malissimo.

“Buon Dio perdonami per i miei peccati. Fingo di essere una ragazza scomparsa 13 anni fa. Una ragazza ricca. Una ragazza morta.”

Violet emerge proporzionalmente al tempo che impersona Erica... ed è una battaglia dolorosissima:

“Questa non è la verità. Nessuna verità potrebbe competere con il dolore pungente delle spine che sento dentro. Scavano, si ritraggono, si conficcano sempre più a fondo ogni giorno che passo tra le braccia di questa donna. È solo una truffa. Ne ho fatte a centinaia. Allora perché questa fa così male?”

Un finale sorprendente, ma in cui il lettore spera fin dall’inizio. 
Molto consigliato. 
4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️

L’autrice 
Michelle Painchaud ha ventiquattro anni, è nata a Seattle ma è cresciuta alle Hawaii. Ama gli anime, i gatti e le storie travolgenti di adolescenti. Vive in California, a San Diego. Questo è il suo primo romanzo.

martedì 13 agosto 2019

RECENSIONE de “Testimone silenziosa” di Holly Seddon letto con gruppo di lettura #gdldivoratricidilibri


RECENSIONE de “Testimone silenziosa” di Holly Seddon letto con gruppo di lettura #gdldivoratricidilibri

Editore
Newton Compton
Data di pubblicazione
6 set 2018

Lunghezza del libro
380 pagine

Recensione
“Alex non era mai stata una reporter di grido, né aveva mai voluto diventarlo. Ma qualcosa in quella vittima immobile le arrovellava le viscere, qualcosa che aveva sotto il naso ma le sfuggiva. Alex voleva inchiodare il colpevole.”

Amy è stata ritrovata a 15 anni in fin di vita nell'estate del 1995, ed ora, a 15 anni di distanza, si ritrova in un reparto speciale di un ospedale nei sobborghi di Londra, in uno stato vegetativo persistente. Non si è mai scoperto chi abbia avuto un rapporto sessuale con lei subito prima di averla picchiata a morte.
Questo thriller gioca moltissimo sui flashback temporali, i capitoli sono brevi, e un momento siamo nel 1995, subito dopo ci ritroviamo nel presente, il 2010.
Viene raccontata la storia si Amy, gli amici che frequentava all'epoca della tragedia, ma c'è un segreto che la stessa Amy ha celato a tutti e ci fa intuire che si frequentava di nascosto con un uomo più grande dal quale era molto affascinata.
Ora Amy è su un letto, in coma, ma sembra che dentro di lei, in un remoto angolo della sua mente, ci siano pensieri e ricordi...

“E' difficile descrivere cosa provo in questo momento. Credo sia un po' come rimanere intrappolati in fondo a un pozzo. Vedi uno spiraglio di luce in alto, ma è troppo lontano perché qualcuno ti senta. Mi sento al calduccio; protetta ma segregata”

Una cosa accomuna le due protagoniste, Alex e Amy, la voglia di riscatto e giustizia. Alex vede nella risoluzione del caso la possibilità di dare a Amy la giustizia che merita, e per lei stessa, la possibilità di cancellare dal suo passato i gravi trascorsi di alcolismo e l'abbandono benservito dal suo ex marito.
Fino alle ultime pagine, sono sincera, non avevo idea di chi fosse il colpevole, e se alla fine a distanza di 15 anni, potesse essere fatta giustizia.
Un thriller molto ben strutturato, che ci lascia sospesi fino all'ultima battuta.
4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️

martedì 6 agosto 2019

RECENSIONE de Una stanza piena di sogni di Ruta Sepetys - letto con iniziativa Libri Itineranti


RECENSIONE de Una stanza piena di sogni di Ruta Sepetys - letto con iniziativa Libri Itineranti organizzata da Emily Portolibresco e Alessandra Lentini

Editore
Garzanti
Data di pubblicazione
12 giu 2014
Lunghezza del libro
310 pagine 

Recensione
“Mia madre è una prostituta. non una di quelle volgari, che battono il marciapiede. in realtà lei è piuttosto carina, abbastanza raffinata e ha dei bei vestiti. ma va a letto con gli uomini in cambio di soldi o regali e, stando a quel che dice il vocabolario, ciò fa di lei una prostituta.”

Josie Moraine, diciassettenne che vive in un quartiere degradato di New Orleans, negli anni ’50, anni di degradazione, corruzione e criminalità.
L’ambientazione fornita fin nei minimi particolari dall’autrice ci regala l’affresco di una città piena di contraddizioni, divisa drasticamente in quartieri ricchi, operai e nel quartiere dove vive la protagonista chiamato Quartiere Francese.
Josie lavora in una libreria e fa le pulizie nel bordello dove la madre fa la prostituta. Da lei non ha mai ricevuto un gesto d’affetto ma soltanto cattiverie e inganni, perché la donna che l’ha messa al mondo non prova nessun istinto materno per la figlia. Josie vive da sola in un stanza sopra la libreria, quello è il suo rifugio segreto, il mondo pieno di storie e di libri che allenta la solitudine e il dolore delle sue giornate. Ed è così che tra le pagine dei libri cerca di dimenticare la sofferenza di non sapere chi sia il padre e di sentirsi costantemente abbandonata. Sogna una vita diversa, di poter andare all’università e dimostrare a se stessa di non essere come la madre.
Lo stile narrativo lo rende un romanzo di formazione che ricorda quelli di Dickens, autore che viene spesso citato. Molti sono i temi trattati, dall’omosessualità al razzismo, dalla criminalità alla degradazione, tutti abilmente resi tanto da indurre riflessioni lunghe e profonde. Una stanza piena di sogni è un romanzo che omaggia i libri, quelli veri, quelli che insegnano a vivere e a costruirsi una vita migliore. La stanza di Josie non è solo un rifugio, non è un mondo in cui rinchiudersi per sempre, ma è un punto d’appoggio da cui trarre forza e voglia di vivere. Non è un punto di arrivo o di stasi, ma è una stazione di partenza per costruire anche ciò che ancora non esiste. Tutto è raccontato in modo delicato anche se parla di una realtà che sporca, in cui ci si ferisce e in cui bisogna necessariamente guarire per andare avanti. Per questo non è una fiaba, ma può essere un piccolo grande sogno, perché i sogni si realizzano, basta che ci sia una stanza in cui tenerli al sicuro, proteggendoli senza dimenticarli. Mai.
3,75/5 ⭐️⭐️⭐️

giovedì 1 agosto 2019

RECENSIONE de “I viaggi segreti di Carlo Rossmann” di Elena Corti in COLLABORAZIONE con autrice


RECENSIONE  de  I viaggi segreti di Carlo Rossmann” di Elena Corti in collaborazione con autrice 

Copertina flessibile: 288 pagine
Editore: IoScrittore (27 maggio 2019)

Recensione
Siamo di fronte ad un romanzo veramente particolare, lo potrei definire una narrativa contemporanea, surreale, tragicomica e, a tratti, grottesca.
La storia ruota intorno a Carlo Rossmann, il protagonista, che si trova di punto in bianco licenziato dal posto di lavoro come archivista di un'amministrazione Provinciale. Questo a causa, almeno da quanto dice il Dirigente dei Servizi Generali, dell'informatizzazione del lavoro, del progresso della società.
Carlo, che ha sempre lavorato rintanato in quell'archivio da 6 anni, ora si trova a dover affrontare il mondo esterno, a cercare un nuovo lavoro, ma lui è un tipo veramente schivo e solitario, che vive in compagnia del suo gatto Rufus, e in quell'ambiente isolato che è stato fino a ieri il suo lavoro e il suo rifugio, si sentiva protetto e al riparo dal mondo esterno.
Così comincia la trafila alla ricerca di un nuovo impiego, la distribuzione a destra e a manca di curricula, e di colloqui paradossali con i personaggi più disparati.
Carlo passerà di lavoro in lavoro, da promoter in un supermercato, con annessi intrattenimenti di animazione camuffato da uno dei sette nani; da impiegato notturno come “distruggi documenti” in una grossa e alquanto sospetta azienda farmaceutica; da cameriere tuttofare presso “Il Chiosco Del Pollo Felice”. Poi lavorerà come operaio in una catena di montaggio con tanto di capo reparto che sembra uscito dal film Full Metal Jacket e infine come becchino in un cimitero.
Ma il nostro Carlo è un sognatore, una di quelle persone che vivono in una realtà fatta di emozioni, ama viaggiare, ma solo nella sua mente, e adora la lettura.
Quindi poco riesce ad adattarsi a questa nuova vita e nuova realtà, a questa società nella quale lui vede le persone deformate, chi irsuto, chi gonfio come un pallone, chi con piaghe e pustole sul viso, sembrano allucinazioni... e se invece non lo fossero?
Carlo non capisce se davvero gli manchi qualche rotella, ma le “allucinazioni” non ne vogliono sapere di sparire, quindi ha deciso di non farci più caso.

Tu non sei pazzo, solo vedi le persone come sono davvero. Vedi quello che hanno dentro... quando vedi le persone piene di pustole o roba simile, secondo me vuol dire che quelle persone, nel loro animo, sono grette e meschine... Vuol dire che sei una persona speciale Carlo. Vuol dire che vedi cose che a tutti gli altri sono precluse. E' un dono.”

La scrittura della Corti è veramente molto curata, ma nello stesso tempo talmente fluida da far scorrere l'intero romanzo in un solo giorno. I personaggi, per primo Carlo, ma anche Freddy e Marvin, sono descritti nell'animo e nei pensieri, si ha la sensazione di stare lì con loro e sentire sulla pelle le loro sensazioni.
A primo impatto può sembrare un romanzo ironico, pieno di dialoghi al limite del demenziale, ma solo dopo averlo terminato e assimilato ci rendiamo conto che è carico di pensieri e sentimenti profondi. Un romanzo che porta dentro di sé tanti aspetti della nostra vita quotidiana, ma visti con velata ironia e senza filtri.
4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

📌📌📌 RECENSIONE 📌📌📌 LE RECENSIONI DI MADRE #lerecensionidimadre Destinazione felicità di Guendalina Bosio in collaborazione con autrice

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