domenica 15 marzo 2020

RECENSIONE de “Il solstizio del cuore” di Stefano Ricchiuti in COLLABORAZIONE con autore


RECENSIONE de “Il solstizio del cuore” di Stefano Ricchiuti in COLLABORAZIONE con autore 

Editore
Tempra
Data di pubblicazione
1 gen 2019
Lunghezza del libro
96 pagine 

Sul finire dell'Ottocento il gentiluomo Claudio Spillari compie un viaggio, dapprima in treno e poi in carrozza, da Grosseto verso la città di Roccaviva per curare l'affare di famiglia relativo alla vendita della villa ereditata dai suoi genitori. Prima di giungere a destinazione la successione di immagini, rappresentative del paesaggio, lo inducono ad una profonda meditazione. Una volta lì, in procinto dell'incontro con un potenziale acquirente dell'immobile, il ritrovamento di una lettera ricondurrà Claudio all'amore travolgente vissuto vent'anni prima con Costanza, ciò comprometterà la trattativa. 

Sopravvivono dentro ognuno di noi ricordi, misteri e radici che riaprono talune fessure di luce nelle notti oscure dell'anima. 

“Claudio Spillari detestava il suo passato poichè in esso vedeva ormai sopravvivere solo grandi nostalgie o dolori, e aborriva anche il suo stesso presente nel quale, nascosti, sopravvivevano gli antichi retaggi malinconici di ciò che fu. 
Questa oppressione derivava dalla sterilità del succedersi quotidiano che soffocava qualunque moto dello spirito, qualsiasi emozioni, in quanto – consapevole o meno – egli aveva sperimentato che la sopravvivenza stessa, altro non era, che una forma particolare di malattia che abbisognava o quantomeno degna.”

Questo romanzo è veramente molto particolare... sebbene molto breve, è veramente intenso, e va decantato e assaporato come un buon vino 🍷 
L’autore ha uno stile narrativo unico, sembra quasi poetico, sinuoso, lieve e sussurrato. Le descrizioni degli ambienti, della natura, dei sentimenti sono viscerali e al contempo delicati. 
Parlando con l’autore ho scoperto che lo stesso, fin da ragazzo, è stato un amante di Italo Calvino, Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde e Shakespeare... infatti quando leggeremo questo romanzo ne sentiremo fortemente la loro influenza. 
L’autore stesso dichiara: “Io, per stare bene, devo scrivere in un modo in cui ogni frase esprima qualcosa che sia nel contempo emotivo e musicale, qualcosa che parli di me e che possa anche essere recitato in un monologo attoriale.”
Quindi, cari amici lettori, l’opera di Ricchiuti è un racconto psicologico; che attraverso le parole del protagonista Claudio, che scava nei suoi ricordi alla ricerca di un amore vissuto più di vent’anni prima, conduce il lettore stesso a scavare dentro la propria anima e pensieri.
Mi sento di consigliarlo a chi vive senza fretta, a chi assapora gli attimi, amanti dei romanzi storici e “di pancia”. 

“È davvero misero chi non conosce tale verità, ed è incompleto l’animo di colui che attinge solo dalla schiuma alla bocca dell’esistenza, accontentandosi di ciò che vede.”
4,25/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️

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