lunedì 9 settembre 2019

INTERVISTA a Paola Palese di Tantilibriecaffe


INTERVISTA a Paola Palese
di Tantilibriecaffe 

Questa settimana intervista all’autrice emergente Paola Palese:

✔️Qual è il motivo principale per cui scrivi?

Scrivo per liberare la mente. Scrivere per me è sempre stato un modo per evadere dal quotidiano, dai problemi. Porre su carta, sotto forma di racconto, alcuni fatti personali è un modo per lasciarli andare. Analizzarli dal punto di vista dei personaggi è liberatorio. È uno sfogo, la fuga da una prigione di situazioni che non si riescono più a controllare. Poter scrivere ciò che si prova, anche se mascherato dalla finzione è un’ottima soluzione. Le parole nero su bianco rappresentano l’epilogo, la chiusura di quel periodo e da lì in poi si apre una nuova storia. È una sorta di rinascita.

✔️Da dove trai l’ispirazione per i tuoi romanzi?

La vita reale è una fonte inesauribile d’ispirazione, a volte la realtà supera persino la fantasia perciò, non c’è niente di meglio della vita di tutti i giorni per costruire una storia. I fatti quotidiani piccoli o grandi che siano, una parola o un discorso, magari sentito per strada, un oggetto dall’aspetto ordinario ma che inserito in un certo contesto può diventare il centro di una vicenda, magari intrisa di mistero, sono tutti un buon punto di partenza per far volare l’immaginazione.

✔️Parlaci del tuo romanzo “Le nuvole dentro”

Le nuvole dentro è un giallo che sonda l’animo umano, quindi non un giallo nel senso stretto del termine. Sotto molti aspetti si può considerare come un viaggio nel perché a volte ci richiudiamo in noi stessi, o perché agiamo sconsideratamente pensando di fare la cosa giusta. Il romanzo narra la storia di persone “disturbate” dagli eventi della vita, parla della loro reazione esagerata e sbagliata nell’affrontare il peggio, ciò che non vorremmo mai accadesse. La protagonista, a cui tutto ruota attorno è Cassandra, una scrittrice di romanzi rosa che un giorno si sveglia in un posto a lei sconosciuto, in condizioni pietose, con tutto il suo mondo e le sue certezze in frantumi. È stata rapita. Da lì inizierà il percorso della protagonista per liberarsi sia dalla prigione fisica che da quella emotiva. Gli eventi narrati nel romanzo cambieranno in lei il modo di vedere le cose. Alla fine, troveremo una persona completamente diversa.

✔️Invece com’è nata l’idea del tuo ultimo libro “L’ombra nella sabbia?

Mantenendo fede al mio stile mi sono ispirata alla realtà. Parecchi anni fa ho frequentato un corso serale, tra i tanti insegnanti uno in particolare mi ha incuriosito. Non è mai stato chiaro come mai dopo una carriera da libero professionista, fosse finito a fare l’insegnante. Ispirandomi a questo fatto, aggiungendo una massiccia dose di fantasia e il mio amore per l’archeologia, ho creato il personaggio del professore di egittologia Gawain R. Hood Dallaia. Un uomo schivo, ombroso, che svolge il suo lavoro come una condanna al supplizio eterno. Ho intriso il personaggio di voglia di rivalsa, di ritorno alla sua vera vita, a quella vita che ha dovuto abbandonare bruscamente anni prima. Ho affiancato al personaggio del professore una studentessa del suo corso, che lo aiuterà a risalire in superfice. La protagonista femminile è di fantasia, per lei ho preso spunto della realtà solo per quanto riguarda il suo lato curioso, ciò che la spingerà ad interessarsi a questo professore. Per tutto il resto è nata spontaneamente mentre scrivevo.






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